Cantina

I ritratti di Tenuta Carretta: Giuseppe Cavallo

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Piemontese DOC, originario di Canale d’Alba, Giuseppe Cavallo è il responsabile della conduzione agronomica di Tenuta Carretta; dal 2007 si occupa della gestione dei vigneti e dei noccioleti aziendali, seguendo ogni passo del loro ciclo di vita.

Nato e cresciuto nel Roero, le sue radici scendono profonde in queste terre sabbiose ricche di storia.

Giuseppe, qual è il percorso che ti ha portato a Tenuta Carretta?  

Sono agrotecnico, diplomato all’istituto agrario di Grinzane Cavour (CN). Dopo una serie di esperienze di consulenza, per varie coincidenze sono stato chiamato nel 2007 da Tenuta Carretta; era un momento di fermento e di grandi cambiamenti orientati verso obiettivi ambiziosi, e da allora la nostra collaborazione si è consolidata diventando sempre più stretta.  

Cosa ti ha colpito quando sei arrivato? 

Sono originario di queste zone: le colline del Roero sono terre che conosco profondamente, e Tenuta Carretta è sempre stata una delle realtà più rappresentative di questo territorio. Entrare a far parte di un progetto così significativo in prima persona è stato un onore: mi hanno subito colpito la visione lungimirante, la volontà di crescere e migliorarsi con costanza e pazienza verso l’obiettivo comune di valorizzare al massimo il grande potenziale dei nostri terroir. 

Cosa è cambiato da quando sei arrivato? 

È cambiato tanto – sono cambiate le gestioni, la strutturazione, il personale si è ampliato. In breve, siamo cresciuti: con i giusti tempi, abbiamo lavorato con dedizione e siamo riusciti a guardare sempre più lontano, aprendoci a nuovi progetti e sperimentando nuovi fronti – dai noccioleti all’Alta Langa. 

Il tuo lavoro richiede una grande propensione all’osservazione e una conoscenza profonda dei vigneti: in che modo fate la differenza a Tenuta Carretta? 

Sembra scontato ma non lo è affatto: in questo lavoro, la differenza la si fa con la presenza. Bisogna vivere il vigneto, calpestarlo quotidianamente, imparare a individuare ciò che chiede. Anno dopo anno, progetto dopo progetto, la cosa più importante è scendere in campo e adattarsi con flessibilità ai cambiamenti e alle sfide. 

Giuseppe, anche a te va la domanda che facciamo a tutti i protagonisti dei nostri ritratti: c’è un vino di Tenuta Carretta a cui sei più legato? 

Assolutamente sì! Ho un legame speciale con il nostro progetto Alta Langa, e quindi per me i vini del cuore sono quelli che otteniamo dalle uve dei 15 ettari di Cissone – non solo gli spumanti (Airali Brut e Airali Pas Dosé Alta Langa DOCG) ma anche il novellino Campofranco Langhe DOC Riesling.  

Questo progetto non può che avere un pezzo del mio cuore: l’ho visto nascere e crescere, ed è stato una grande e coraggiosa scommessa per tutti noi. Coltivare il vigneto a 650 metri di altitudine non è facile: Cissone era una zona “franca” per la viticoltura, e in tanti hanno provato a dissuaderci dal percorrere questa strada. Il tempo ha confermato le nostre intuizioni, e dal vigneto in Alta Langa continuiamo ad ottenere risultati interessantissimi sul piano qualitativo e grandi soddisfazioni.  

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