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Langhe e Roero, quali sono le differenze?

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Quali sono le differenze tra Roero e Langhe, le colline dove si trovano i vigneti di proprietà di Tenuta Carretta?

Per capire in cosa differiscono Langhe e Roero diamo un’occhiata alla mappa del Piemonte meridionale, precisamente quella porzione di territorio che dall’Appennino Ligure sale verso Torino.

Dirigendosi da Sud verso Nord, si noterà immediatamente che, all’altezza di Alba, il fiume Tanaro è l’unico confine naturale dell’area, che altrimenti sarebbe un sistema collinare senza soluzione di continuità: il Roero è esattamente la parte di colline che stanno sulla riva sinistra del Tanaro, indicativamente comprese, tra Alba e Montà, in direzione Sud-Nord, e Sommariva del Bosco e Cisterna d’Asti, in direzione Ovest-Est. Tutto ciò che invece sta sulla destra orografica del Tanaro, da Alba fino a Saliceto, e da Farigliano fino al corso del fiume Bromida, per capirci. è i lvasto territorio delle Langhe.

Fatta questa distinzione, però, è bene precisare che, se il Roero può dirsi una terra sostanzialmente compatta, le Langhe si dividono invece in Bassa e Alta Langa. La prima è la zona più antropizzata, quella più vitata e conosciuta: quelle delle colline del Barolo e del Barbaresco. L’Alta Langa è invece più selvaggia, ricca di boschi e decisamente meno abitata. Qui dominano le coltivazioni di nocciolo anche se il vigneto, anno dopo anno, sta riconquistando il suo spazio.

MORFOLOGIA

Le Langhe | Le Langhe sono formazioni molto antiche, nate dalla sollevazione di fondali marini. L’aspetto delle Langhe è quello di dolci colline che formano ampie valli crescenti in altezza fino a trasformarsi in Appennino lungo il confine con la Liguria. La Bassa Langa è punteggiata di borghi, castelli e centri abitati. Si affaccia sul corso del fiume Tanaro ed è il cuore produttivo della viticoltura

Il Roero | Caratterizzato da colline irregolari e frastagliate, il Roero è assai più vario della vicina Langa: orti, boschi di latifoglie e castagneti, frutteti, piccoli laghi e, soprattutto, le Rocche, imponenti calanchi che, d’improvviso, rompono il paesaggio creando bastioni di roccia e canyon profondi anche centinaia di metri, immediatamente evidenti perché espongono il ventre della collina: giallo delle arenarie che qui caratterizzano i suoli.

Il vigneto Cannubi di Tenuta Carretta, a Barolo, nelle Langhe

GEOLOGIA

Le Langhe | La struttura geologica delle Langhe si è creata durante il periodo del Miocene, 15 milioni di anni fa, risultando in un terreno solido e compatto. Le colline costitute da roccia sedimentaria risalente alle epoche dell’Oligocene e del Miocene sollevatasi dalle collisione delle placche europea ed africana. I terreni sono composti da un substrato di argilla, marne calcaree, marne argillose blu e gesso solforato che diventano sempre più rocciose man mano che si avvicinano all’Appennino. Si tratta di suoli poveri e poco fertili, abbastanza siccitosi, che “stressano” le viti e costringono le radici a scendere in profondità per cercare nutrimento e microelementi.

Il Roero | Pur confinando con le Langhe ed essendone, geologicamente, un’estensione, il Roero ha sviluppato terreni propri. Nel Pliocene (tra i 6 e i 2 milioni di anni fa) il Roero fu zona costiera, con caratteristiche climatiche di tipo tropicale. Semplificando, il Roero fu la “spiaggia” delle Langhe, i cui terreni originarono invece da fondali marini profondi, caratterizzati da marne, ovvero rocce di origine argillosa e calcarea compattate dalla pressione del mare. Ancora oggi è possibile trovare nel Roero fossili di conchiglie, foglie o tronchi di alberi fossilizzati, e, più raramente pesci di piccola taglia, segno che ci trovassimo in acque poco fonde, con lussureggiante vegetazione rivierasca. I suoli del Roero sono perciò più giovani di quelli delle Langhe, generalmente più soffici e con una migliore permeabilità, dovuta a una percentuale in sabbia decisamente superiore.

Rocche del Roero

Vista dalle Rocche del Roero

DALLA TERRA AL VINO

Dunque, che tipo di vini vengono prodotti nei rispettivi territori?

Le Langhe | Marne bianche, marne blu e calcare rappresentano il terreno ideale per lo sviluppo della viticoltura e la creazione di vini memorabili. I substrati argillosi donano struttura, corpo e muscoli ai vini, che possono raggiungere una notevole potenza. Calcare, sabbie e microelementi rappresentano il lato “femminile” delle Langhe, che ha la sua espressione nell’eleganza, nei profumi e nella delicata complessità degli aromi.

Il Roero | Se dovessimo raccogliere i vini del Roero sotto un’unica definizione, potremmo usare la parola: «finezza». I terreni sabbiosi e calcarei della riva sinistra del Tanaro (grazie all’apporto dei fossili) donano vini fini ed eleganti, che al corpo potente e austero dei loro cugini di Langa, contrappongono una maggiore levità, leggerezza e freschezza. Va da sé che le zone più sabbiose e gessose saranno perfette per i vini bianchi (come l’Arneis e la Favorita), mentre quelle dove prevalgono sabbia e argille, si attagliano ai rossi della zona (come il Roero, il Barbera e il Nebbiolo d’Alba) che acquistano austerità e sanno anche affrontare l’invecchiamento.

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