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555: la storia di Tenuta Carretta in 5 date
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Il 2022 segna i 555 anni dalla fondazione di Tenuta Carretta. Un traguardo che poche cantine in Piemonte possono vantare e pone la cantina di Piobesi d’Alba fra le realtà più storiche delle Regione.
In oltre cinque secoli di storia ne è passato davvero tanto di vino nelle botti. Cerchiamo però di riassumere la lunga storia di Tenuta Carretta in 5 date, mostrando come la vitivinicoltura sia sempre stata parte integrante di questi luoghi.
VII SECOLO
PRESENZE LONGOBARDE
Se in età romana è difficile dire come fosse organizzato il territorio agricolo di Piobesi d’Alba, in età longobarda l’area relativa a Tenuta Carretta inizia a distinguersi. Nei dintorni non mancano i caratteristici riferimenti toponomastici, tra cui la vicina regione “Liprando”, posta tra la pieve di S. Pietro di Piobesi e l’odierno cimitero. Limitandoci, tuttavia, alle terre che già in passato fecero parte della Tenuta, emergono un paio di elementi: una chiesa (oggi scomparsa) dedicata a San Giuliano e una vigna ancora nel XIX secolo denominata “del Lombardo”. La prima è una traccia d’epoca, trovandosi altrove dedicazioni al santo databili al VII secolo; la seconda si richiama alla stessa epoca e fa il paio con un toponimo assai vicino, all’imbocco della Valmaggiore di Vezza, dove la valletta di Vadramàn ricorda una delle tante colonie di Arimanni stabilmente insediate su questi territori, frutto di conquista e conseguentemente occupati.
1461
LOCO DICTO AD CARETAM
Il Medioevo presenta una storia abbastanza ingarbugliata per Tenuta Carretta che – a quanto sembra – veniva chiamata con il nome della Chiesa edificata in età logobarda: «Villa San Giuliano». La prorietà della Villa – ovvero un bogo fortificato nei pressi della frazione Sionieri di Corneliano d’Alba che plausibilmente comprendeva le terre della Tenuta – passò nelle mani dei vari feudatari dell’epoca. Prima i De Brayda, poi i Malabaila, infine i Damiano. Proprio il 13 maggio 1461, la potente famiglia roerina dei Malabalia vendette ai Damiano una certa quantità di terreni, fra cui viene elencato un «loco dicto ad Caretam». È la prima volta in assoluto che il toponimo compare su di un documento storico e – da allora – il luogo verrà indicato con questo nome.
1467
CASSINA CARETA
Il 28 novembre 1467 nel castello di Piobesi d’Alba, Andrea Damiano, consignore di Piobesi, concede ai fratelli Corrado, Giacomino e Pietrino Porino alcune delle sue terre allodiali presenti sul territorio. Il notaio Giorgio di Monteacuto (l’attuale borgo di Monteu Roero) stila un contratto di affitto in cui elenca tutti i beni concessi ai Porino, tra cui compare la «cassina Careta». Il documento è importantissimo non solo perché sancisce la presenza di una nel luogo detto Carretta, ma indica con precisione le mansioni degli affittuari: la manutenzione dei prati, la produzione di fieno e la cura delle viti. È l’atto ufficiale che sancisce la presenza della viticoltura a Tenuta Carretta, per questo viene indicato come anno fondativo dell’azienda.
1801
TRAVAGLIAR BENE LE VITI
Dal ‘400 in avanti, Tenuta Carretta sarà sempre possesso della potente famiglia dei Damiano, che continuerà a rinnovare i contratti di affitto ai mezzadri. Interessante, all’altezza del XIX secolo, leggere uno di questi contratti, che dimostrano la vocazione della Carretta all’agricoltura e, in particolare alla coltivazione della vite, che diventerà sempre più specialistica. Tra gli obblighi del mezzadro, si legge: «Dovrà detto massaro (mezzadro n.d.r) effettuare nei beni arativi almeno quattro arature in cadun anno […] e non potrà seminare maggior quantità di legumi né di meliga di quello che le sarà permesso. […] Dovrà serbiare due volte in cadun anno tutte le messi, con estirpare tutte le erbe cattive e sarà obbligo particolare del massaro di travagliar bene tutte le viti che sono ne’ beni di detta Cassina, cioè potarle, piantarle, legarle, scarzolarle, zapparle e rilegarle a’ suoi debiti tempi con tutta la diligenza».
1985
LA FAMIGLIA MIROGLIO
Nel 1811, dopo 350 anni, la proprietà passa dai marchesi Damiano ai conti Roero, i quali la coltivano per 120 anni e nel 1932 cedono la Tenuta alla famiglia Veglia, di Torino. Nel 1985, infine, la proprietà passa alla famiglia Miroglio, di Alba, fondatrice e proprietaria dell’omonimo gruppo tessile. La specializzazione sul vino, iniziata fin dal XIX secolo, raggiunge il suo apice. Inizia una lunga avventura di recupero e di valorizzazione dei vitigni autoctoni, con l’ampliamento degli appezzamenti di proprietà in zone di assoluto pregio, nel Roero come nelle Langhe. La famiglia Miroglio inizia una grande opera di razionalizzazione e sistemazione dei filari. L’azienda si trasforma in una cantina d’eccellenza, simbolo del Piemonte del vino e punto di riferimento del territorio del Roero. Accanto alla produzione enoica, Tenuta Carretta espande anche la sua vocazione all’accoglienza, diventando una galassia di eleganza ed ospitalità che oggi comprende una cantina storica, un Albergo di charme, una locanda tra i vigneti di Cannubi e una country house tra i filari del Barbaresco.