Vini, Cantina, Ospitalità

Barolo Cannubi, 60 vendemmie tra storia e tradizione

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Cannubi

In una menzione peculiare come Cannubi e per un vino che fa della tradizione il suo punto di forza, avere un vigneto risalente al 1958 è l’equivalente di un piccolo pezzo di storia. È questo il caso del Barolo Cannubi di Tenuta Carretta che vide la sua prima vendemmia nel 1961 e oggi giunge a spegnere la sua 60esima candelina.

Cannubi è la collina sita nel comune di Barolo, circondata su tre lati dai rilievi di Novello, La Morra, Monforte e Castiglione Falletto a proteggerla dal vento e dal freddo. Al centro di due formazioni geologiche, quella risalente al periodo del Tortoniano e quella del periodo Elveziano, ha suoli composti da marne grigio-bluastre ricche di carbonati di magnesio e manganese e, più in superficie, da argille miste a sabbia con una consistente componente calcarea. A Cannubi, Tenuta Carretta possiede 2,6 ettari di vigneti di nebbiolo destinati alla produzione del Barolo Docg Cannubi e del Barolo Riserva Docg Cannubi. Due vini che interpretano non solo lo stile aziendale, ma che si pongono anche come emblemi dell’inestimabile patrimonio viticolo della Tenuta e del suo impegno nel preservarlo.

«Cura, pazienza e perseveranza sono le componenti umane che hanno permesso al vigneto di arrivare in buona salute sino ai giorni nostri – racconta Ivana Brignolo Miroglio, presidente della società proprietaria della Tenuta e attuale coordinatrice regionale dell’Associazione Donne del Vino – grazie anche, in tempi recenti, alla reintroduzione di pratiche agronomiche ispirate da principi di sostenibilità, come l’applicazione dei protocolli di viticoltura integrata». Tenuta Carretta è infatti dal 2018 azienda certificata secondo i protocolli del progetto “The Green Experience”, che prevedono – tra l’altro – il divieto dell’uso di diserbanti e disseccanti e la lotta contro gli insetti nocivi con l’utilizzo di trappole a feromoni, che favoriscono inoltre il ripopolamento di predatori autoctoni quali passeracei e chirotteri.

L’annata 2021

Un andamento metereologico sempre più imprevedibile, dovuto all’evidente cambiamento climatico in atto, non ha causato particolari problemi ai vigneti di Cannubi. È stato sufficiente affrontare le urgenze con tempestività e la necessaria attenzione. “Del resto – spiega Giovanni Minetti, A.D. di Tenuta Carretta –  i problemi in vigna sono sempre uno stimolo per un lavoro di qualità. Rendono ogni vendemmia sorprendente e unica, mettendoci alla prova ogni volta in modo diverso per ottenere il risultato di un Barolo sempre equilibrato, elegante, armonico e longevo. Tutte qualità che risultano esaltate dall’anzianità del vigneto, curato con grande attenzione e costanza, anno dopo anno”.

Giovanni Minetti sottolinea come l’annata 2021 sia di fatto una gran bella sorpresa, davvero inattesa: «Temevamo di vendemmiare un’uva leggera, asciutta, frutto di una pianta sofferente: al contrario abbiamo raccolto grappoli con acini succosi, pesanti, e con una buona resa in mosto, segno del fatto che la siccità estiva non ha compromesso la produzione come si temeva».

A inizio aprile una gelata ha minacciato le gemme del vigneto Cannubi che, essendo però in ritardo nel loro sviluppo, erano ancora sufficientemente chiuse da poter permettere la protezione dei germogli. «Il risultato è stato quello di una vegetazione meno rigogliosa rispetto alle annate normali –  continua Minetti – e di una riduzione produttiva “a monte” che ci ha evitato i consueti successivi interventi di diradamento sulla pianta delle uve in eccesso. Abbiamo quindi avuto un raccolto quantitativamente adeguato e di ottima qualità».

Fino alla fine degli anni ’90 la vendemmia del vigneto di Cannubi veniva effettuata dalla metà di ottobre in poi. Negli ultimi anni la raccolta si è svolta mediamente in anticipo, da una a due settimane, sintomo di un evidente cambiamento climatico. Quest’anno l’uva è stata vendemmiata il 6 ottobre.

L’anticipo dell’epoca di vendemmia non è che la manifestazione di un sintomo (l’accumulo delle sostanze zuccherine) che nasconde due insidie più profonde, la maturazione polifenolica e il livello di acidità. Due elementi fondamentali da tenere in grande considerazione per avere un Barolo longevo, importante e al tempo stesso armonico ed elegante. Il caldo eccessivo e la siccità penalizzano entrambi i parametri, provocando un progressivo appassimento dell’uva sul tralcio e impedendone la corretta maturazione, con il risultato di dare origine a vini molto alcolici ma con acidità bassa e tannini non maturi, quindi amari.

«Quest’anno – conclude Minetti – per fortuna, tutto è andato bene: i tannini sono maturi e dolci e il tenore acido è nella norma. Quelle che si rilevano dai primi campioni di vino in vasca sono caratteristiche importanti, sia per il colore sia per il corretto rapporto zuccheri/acidità, due fattori che determinano l’equilibrio finale e l’evoluzione di due grandi vini come i nostri Barolo e Barolo riserva Cannubi. Per questo siamo molto soddisfatti della vendemmia 2021: è stato davvero un bellissimo regalo di compleanno».

Note produttive

Dal vigneto di Cannubi Tenuta Carretta produce 14.000 bottiglie di Barolo Cannubi Docg. Affinato per almeno 36 mesi di cui 24 in legno e 9 in bottiglia, è disponibile nel formato tradizionale da 0,75l, in magnum da 1,5l e nel doppio magnum da 3l.

Tenuta Carretta poi ogni anno, da un ristretto numero di ceppi contrassegnati in vigna, provvede alla produzione di un’etichetta iconica, speciale e unica: il Barolo Riserva Docg Cannubi, dedicato al rag. Franco Miroglio, fondatore dell’omonima industria tessile, che acquistò l’azienda nel 1985. Prodotto in un’edizione limitata di 1.260 bottiglie per annata, la Riserva affina per oltre 60 mesi, di cui 36 in botte e almeno 18 in bottiglia.

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