Cantina, Vini

Arneis: il 1982 l’anno della ribalta sulla stampa americana

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Continua la mia ricerca sulle origini dell’Arneis, questa volta ho scoperto che gli autori anglofoni prestavano molta più attenzione degli italiani a questa varietà che iniziò a diventare popolare intorno agli anni 80.

Fu lo scrittore Mario Soldati, nel suo capolavoro Vino al Vino, il primo a parlare approfonditamente di questo vitigno.

Negli anni seguenti i suoi colleghi anglofoni – di cui fanno parte alcuni dei più autorevoli giornalisti e esperti di vino italiano ­­-­ apparivano molto più curiosi ed interessati all’Arneis della stampa di settore italiana.

Infatti, nella sua panoramica sui vini del Piemonte in The Wines & Winemakers of Italy (Little, Brown, and Company, 1982), Burton Anderson non mancò di menzionare l’Arneis:

L’Arneis ha origine da un’uva autoctona riscoperta non molto tempo fa vicino alla città di Alba, da cui si produce…un vino di piacevole beva, elegante e secco…Tenuta Carretta a Piobesi d’Alba realizza un eccellente Bianco dei Roeri un blend di Arneis e Nebbiolo vinificato senza il contatto con le bucce”.

Durante la mia ricerca, oltre a Soldati, tra i primi a menzionare l’Arneis ho trovato anche Victor Hazan nella sua opera Italian Wine (Knopf, 1982).

Hazan dedicò al vitigno un intero paragrafo (il che è un’importante punto di svolta secondo il mio parere).

L’arneis” scrive “come i brani dei ghostwriter sono spesso utilizzati per accrescere la reputazione di altri e non dell’autore stesso. Nel caso di questa uva autoctona piemontese, i suoi splendidi grappoli verde-oro sono usati per migliorare vini bianchi come la Favorita ed il Cortese o per aggiustare il tiro di alcuni vini rossi che tendono a far prevalere le durezze come la Barbera…Sebbene sia un vitigno forte e generoso il suo allevamento non è molto diffuso”.

La verità è che in Piemonte non hanno mai avuto molta pazienza con i vitigni a bacca Bianca, ad eccezione del Moscato utilizzato per l’Asti Spumante. Ma ora che i consumatori sembrano prediligere i vini bianchi diversi produttori hanno iniziato a concepire vini dove l’arneis si ritrova in purezza e questo ha permesso di salvare dall’anonimato un vino dall’enorme potenziale”.

È stata identificata la zona di produzione ideale…in quell’area collinare nota come Roero, Tenuta Carretta produce un vino chiamato Bianco dei Roeri, un blend di Arneis e Nebbiolo vinificato in bianco”.

Si tratta di una dichiarazione entusiasmante specialmente quando rilasciata da una delle voci più autorevoli della stampa e del mercato americano. È interessante notare come Harzan abbia previsto il ruolo che l’Arneis sarebbe poi andato a ricoprire nella sempre crescente domanda americana per i vini bianchi italiani.

Inoltre è fantastico vedere che entrambi gli autori ­ – due dei più grandi degustatori della loro generazione -­ abbiano menzionato  Tenuta Carretta per la qualità dell’Arneis che produceva già agli albori di questa nuova ondata di interesse per la varietà.

Jeremy Parzen
Tenuta Carretta
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