Cantina, Vini

Arneis, le origini del nome (da una prospettiva filologica)

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Sopra: l’uva arneis in questa estate ha una maturazione precoce a Tenuta Carretta.

Come parte della mia ricerca in corso sull’Arneis e la sua storia, ho cominciato ad occuparmi con maggiore attenzione dell’etimologia dell’ampelonimo, cioè dell’origine del nome dell’uva. Naturalmente, uno dei primi lavori che ho considerato è stato l’eccellente “Vitigni autoctoni italiani” di Ian D’Agata (University of California Press, 2014). Nella sua introduzione sull’Arneis, egli scrive: “Il nome Arneis deriva da Renexij, l’antico nome della località Renesio di Canale: nel tempo questo si trasformò in Arnesio (utilizzato all’inizio del ventesimo secolo) e, finalmente, in Arneis”.

Il mondo del vino italiano riconosce a Ian un debito inestimabile per il suo lavoro di riferimento. Con la sua pubblicazione, egli ha colmato una lacuna da lungo tempo presente nell’ampelografia italiana, fornendo ai professionisti del vino di lingua inglese un strumento prezioso per ottenere una più ampia e profonda conoscenza della viticoltura italiana.

Io nutro il massimo del rispetto e dell’ammirazione per lui e per il suo lavoro e le poche volte che ho avuto l’opportunità di degustare con lui, sono stato molto impressionato dalla sua abilità di degustatore e dal suo stile coinvolgente nel descrivere il vino.

Ma quando si va alle origini del nome delle varietà, ho scoperto che lui [Ian] spesso utilizza fonti secondarie e terziarie.

Il termine “Arneis” comincia ad apparire in numerosi dizionari Italiano-Piemontese a partire dal 1830 (fate solo una ricerca su Google con una custom time frame e troverete gli stessi risultati che ho trovato io).

Infatti, arneis è una inflessione dialettale dell’italiano “arnese”, che a sua volta deriva dal tedesco hernest, la stessa parola che ci dà harness in inglese (d’accordo con il dizionario Oxford English, “sembra probabile che un generico significato di equipaggiamento, arredo, corredo, attrezzatura, utensile sia il significato originale”. Questo si allinea con il significato di arneis e arnese visto sopra.

La maggior parte dei filologi concorda sul fatto che arnese, che era preceduto dal tardo latino arnesius passa all’italiano (e al piemontese) attraverso la parola occitana arnes (o arneis).

In ogni caso, il significato della parola e il suo utilizzo può essere resa in inglese come tool o tools, implement o utensil (le origini di harness seguono un percorso parallelo). In un senso più ampio, storicamente, in piemontese e in italiano, il termine ha avuto il significato di attrezzatura o di mezzi, come – per esempio – nell’espressione “attrezzatura necessaria per gestire una fattoria”. Esiste una documentazione piuttosto ampia, nel merito. Lo stesso termine può essere anche utilizzato riferendosi alla cucina e all’attrezzatura domestica.

Sin dagli anni intorno al 1830, i lessicografi evidenziano l’espressione mal an arneis con il significato letterale di “scarsamente attrezzato” e, in modo figurativo, “vestito poveramente” o più semplicemente “povero”. Spesso il termine si applica a una persona giudicata rozza o poco raffinata.

Ma l’espressione non è unicamente riferibile al Piemonte. Infatti, probabilmente, deriva dall’utilizzo in italiano dell’espressione mal in arnese (basandomi sulle note etimologiche che ho controllato, l’espressione italiana probabilmente precede quella piemontese).

Sulla base di quanto sopra, sembra per me improbabile che arneis derivi dal toponimo che Ian (e con lui molti produttori piemontesi) individua. Io sono anche disturbato dal pensiero che Renexii possa essersi trasformato in Arnesio, e da lì in Arneis. È possibile che ci sia stata una trasformazione metatetica della parola (dove le vocali cambiano posizione nell’evoluzione del vocabolo). Ma il fatto che arnesius appaia nel latino medievale sembrerebbe indebolire l’ipotesi del toponimo “trasformato” in arnesio (che è probabilmente l’inflessione italiana del latino).

Come Nietzsche ammoniva, “il filologo dovrebbe sempre guardare dietro i ‘sacri’ testi”.

In questo caso, un più attento sguardo al vocabolo di eredità romanza, sembrerebbe indicare che l’origine comunemente accettata (accettata anche tra i produttori) sia quella più improbabile.

Jeremy Parzen

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