Cantina, Vini

Le origini dell’Arneis: una prima (e importante) citazione dell’Arneis prima della sua riscoperta

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Oggi, il Roero Arneis è uno dei vini bianchi italiani più popolari e l’arneis una delle più conosciute varietà a bacca bianca. È incredibile pensare che quasi nessuno dedicasse la minima attenzione a questa varietà o denominazione fino a pochi decenni fa e che oggi la sua popolarità sia così grande che persino in California alcuni viticoltori abbiano piantato l’arneis e iniziato a vinificarlo (con dubbia efficacia).

La maggior parte dei conoscitori del mercato del vino italiano concorda sul fatto che l’interesse per quest’uva sia cominciato negli anni ’70.

Nel suo “Vino al Vino” (una raccolta di articoli pubblicata come antologia nel 1975, vera pietra miliare nel settore), il giornalista enogastronomo Mario Soldati scrive del suo interesse per questa varietà dimenticata e di quando egli l’assaggiò con un viticoltore della provincia di Cuneo, affermando che il produttore stesso aveva cominciato a vinificare l’Arneis solo pochi anni prima.

Soldati era forse il primo giornalista a riconoscere il potenziale della varietà: “vorrei poterne comprare 365 bottiglie – scrive – una per ogni giorno dell’anno”, facendo notare pure quanto la sua famiglia lo apprezzasse.

Ma, con maggiore importanza, egli trascrive un passo tratto dall’ora dimenticato, ma fondamentale, trattato di enologia e di ampelografia italiana di Italo Cosmo “Viticoltura pratica”, pubblicato nel 1957.

Io non sono stato in grado di reperire una copia del libro di Cosmo ma di seguito riporto la mia traduzione del passaggio trascritto da Soldati:

“L’Arneis è una classica varietà di uva del Cuneese. Di norma, è coltivata in ristrette aree poste alla sinistra del fiume Tanaro, lungo la vecchia strada che da Canale porta ad Alba, per lo più nei comuni del Roero: Santo Stefano Roero, Monteu Roero, Montaldo Roero, Baldissero, e fino a Corneliano, Monticello e Piobesi d’Alba”.

Il passo è significativo perché è chiaro che l’Arneis non era una varietà molto conosciuta, in quegli anni. Ma allo stesso tempo sembrava che fosse invece conosciuta nell’area (la definisce “una classica varietà”). È anche significativo perché viene citato Piobesi d’Alba, dove è ubicata Tenuta Carretta, come uno dei luoghi dove la varietà era coltivata.

Nel suo Wine of Italy (1961), il “wine writer” inglese T.A. Layton non fa menzione dell’Arneis, anche se dedica un ampio spazio ai vini del Piemonte. Io assumo questo come un’ulteriore conferma del fatto che solo a partire dagli anni ’70 si sia iniziato a riscoprire l’Arneis e il suo potenziale.

State connessi, che questo non è che il primo “post” di una serie dedicate alle origini dell’Arneis…

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