Cantina, Vini

Tu dici Cannubi, io dico Canubbi: qual è il modo corretto di pronunciare il nome di questo vigneto?

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Sopra: una foto scattata tra i filari di Tenuta Carretta nel prezioso vigneto di Cannubi.

Alcune settimane fa avevo pubblicato un post dedicato alle origini del nome Cannubi. Ma poco tempo dopo uno dei miei colleghi di Tenuta Carretta mi ha fatto notare come il toponimo di questo vigneto venga spesso indicato come Canubbi piuttosto che Cannubi.

Ci sono almeno due produttori storici di Barolo che si riferiscono (da sempre) a questo vigneto come Canubbi. (Un esempio lo troviamo in questo post di uno dei più grandi collezionisti di nebbiolo, Ken Vastola, autore di Fine Wine Geek.)

Anche “L’Atlante delle vigne di Langa. Barolo e Barbaresco” edito da Slow Food riporta infatti due nomi per questo vigneto: Canubbio e Cannubi.

La versione consultabile online dell’Oxford Companion to Wine invece riporta solo la voce Cannubi, così come RobertParker.com.

Antonio Galloni sul suo portale Vinous Media in riferimento a questa MeGa usa solamente il termine Canubbi.

Alla luce di quanto detto rimane da rispondere alla domanda su quale dei due termini sia quello corretto.

Da filologo e linguista (studioso dei vini italiani) la mia risposta è che sono utilizzabili entrambe le voci. Tuttavia Cannubi è quella più diffusa ed a mio avviso quella che preferisco.

Canubbi è un tipico esempio di metatesi linguistica: ovvero il riarrangiamento di suoni e sillabe in una parola.

Non penso che questa metatesi sia dovuta a un’inflessione dialettale. Le consonanti doppie sono rare nel dialetto piemontese. E quando compaiono sono generalmente precedute dalla vocale ë.

Credo invece che Canubbi derivi da ciò che in linguistica prende il nome di ipercorrettismo. È possibile che ad un certo punto un produttore vinicolo abbia iniziato ad usare questo termine in etichetta ritenendo che indicasse la pronuncia corretta. Esistono svariati esempi nella lingua italiana in cui la doppia consonante appare per scandire la metrica di una parola, questo fenomeno è un’indicazione chiara per gli italiani di come vada pronunciato un vocabolo.

Detto questo, non si saprà mai con certezza il motivo per cui il nome di questo celebre vigneto abbia iniziato ad essere indicato come Canubbi, ma sappiamo che esistono molti precedenti. Da filologo trovo che le variatio siano una delle caratteristiche più affascinanti delle lingue. Escludere e definire scorretto questo termine secondario significherebbe perdere una parte importante della sua storia e del suo significato.

Citando Gershwin “But oh if we call the whole thing off then we must part/And oh, if we ever part, then that might break my heart”.

Grazie per aver letto il nostro post!

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