Cantina, Vini

Qual è la vera origine della parola “Cannubi”?

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Non sono, certo, tra gli unici a scoprire l’utilità del motore di ricerca Google Books, utile e accurato nella catalogazione cronologica degli scritti. Per tutti gli amanti della filologia è diventato uno strumento pressoché indispensabile per determinare quando un vocabolo ha iniziato ad apparire sulla carta stampata e ad entrare nel linguaggio comune.

Bisogna tuttavia considerare che Google Books non è uno strumento esaustivo in quanto manchevole di svariate informazioni indispensabili per la ricerca filologica. Nonostante il motore di ricerca pulluli di dati, non ha ancora digitalizzato e reso disponibili online tutti i libri stampati fino ad oggi. Resta tuttavia uno strumento innovativo ed utile per iniziare una ricerca sull’origine delle parole.

Passando in rassegna i testi digitalizzati ordinati per decade, ho scoperto che il toponimo “Cannubi” inizia a comparire in modo frequente negli anni ’80 del Novecento. Momento in cui il Barolo stava iniziando ad attirare l’attenzione di esperti e critici del mondo del vino. Sono frequenti le sue menzioni nella nuova corrente editoriale dedicata al vino che fioriva in quel periodo.

Però, la prima citazione del vigneto “Cannubi” che sono riuscito a trovare su Google Books risale al 1595, dove è indicato come un grand cru di Barolo (negli Annali della Sperimentazione Agraria). Facendo una ricerca antecedente al Novecento, ho rintracciato una citazione di “Cannubi” nel Dizionario corografico dell’Italia di Amato Amati (possiamo pensare alla corografia come alla precorritrice della moderna topografia; dal greco “khôra”, termine che denotava i luoghi al di fuori della città o polis). L’autore dell’opera fa infatti menzione al borgo cunese di Torresina che in epoca medioevale veniva governato dalla famiglia Cannubi.

Incuriosito da questa scoperta, ho consultato il Dizionario Toponomastico UTET sul quale però non appare la voce “Cannubi”. Esito prevedibile, considerato che Cannubi fa riferimento a un vigneto e non a un centro abitato. Tuttavia era segnalato Cannobio, un paese sul Lago Maggiore. L’autore afferma che il nome di questo borgo sia una storpiatura del nome proprio Canopus o Canobus aggettivato come Canobius o Canobeo. Alcuni invece fanno riferimento al termine latino connubium, matrimonio, come possibile origine etimologica di “Cannubi”. Alla luce dei dati finora a mia disposizione mi sentirei di affermare che questa denominazione derivi dal nome della nobile famiglia cuneese dei Cannubi.

Le radici etimologiche dei luoghi che incontro da sempre suscitano in me una grande curiosità. Indagare su queste origini spesso infatti può rivelarci caratteristiche di un territorio e di chi lo abita (ma anche dei vitigni che vi crescono). Nondimeno certe volte, citando Gertrude Stein, un’indagine topografica ci dimostra che un nome è solo un nome.

Jeremy Parzen
Tenuta Carretta blogger

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